di Pablo Neruda
Amanti della poesia? Ricercate un autore che faccia sognare, che metta le ali al cuore ma anche che resti ancorato alla realtà che ci circonda?
Quale scelta migliore, allora, della raccolta delle opere di Pablo Neruda intitolata Poesia d’amore, che raggruppa quattro opere poetiche del celebre autore cileno, considerato una delle più importanti figure della letteratura latino-americana del Novecento, definito da Gabriel García Márquez il più grande poeta del XX secolo, insignito nel 1971 del Premio Nobel per la letteratura.
Quattro opere racchiuse in un arco temporale che va dal 1924 al 1959, unite da un solo tema, l’amore, non celebrato però in senso metafisico, ma slancio di sentimento, affetto, schietta sensualità, con un legame costante fatto di paragoni, ispirazioni e richiami con il paesaggio naturale, il mare, la luna, il legno…
Questo legame tra il sentimento dell’amore e il paesaggio è particolarmente evidente nei Vente poemas de amor y una cancion desperada, pubblicati nel 1924: le dune, la vegetazione nativa, i pini madidi di pioggia, le notte fredde de Sud, il vento impetuoso contribuiscono a quel senso di spazio senza limiti che penetra gli slanci e le immagini dell’amore.
El hondero entusiasta appare nel 1933 ma in realtà risale a dieci anni prima: qui è predominante l’atteggiamento ribelle del poeta , il suo disorientamento di fronte alla coscienza che l’uomo corre verso la morte. Il tormento di un mondo impenetrabile, senza comunicazione possibile, costituisce l’angoscia dell’uomo: da questa malinconia e tristezza, che ristagnano nell’animo umano, nasce il bisogno estremo del canto d’amore.
La svolta nella concezione dell’amore e della vita sentimentale si ha con Los versos del Capitàn, opera pubblicata nel 1952 come anonima, forse perché ricca di riferimenti autobiografici del poeta. Il concetto di amore che Neruda esprime in questi versi è quello di un’identificazione totale con il creato, soprattutto con la terra.
Infine, i Cien sonetos de amor, opera del 1959 interamente dedicata a Matilde Urrutia, moglie del poeta e costante presenza, al di sopra delle ostilità del mondo e dell’ambiente.
Una metrica particolare, uno stile unico e ineguagliabile, una metafora con la natura e con il legno, che come l’amore talvolta è duro e scarno e ruvido, ma sempre investito dell’aroma silvestre.
Una raccolta di opere di non facile lettura, ma che schiudono i chiavistelli del cuore e fanno sognare gli animi sensibili ma concreti.